Oltre al sonno e alla concentrazione ci sono anche altre cose che non sono state dette a nessuno.
Giornate intere che scompaiono, e brevi attimi che diventano un’eternità.

(Peter Høeg)

domenica 6 novembre 2016

Memorie. Nella Taverna di Auerbach, di Patrizio Minnucci



     Nell’autunno del 1987 uscì ad Alatri il primo numero di una rivista culturale che avrebbe fatto storia: «La Taverna di Auerbach. Rivista internazionale di poetiche intermediali». Alcuni giovani intellettuali e artisti di tutto il mondo si riunivano, sotto la direzione di Giovanni Fontana, nelle pagine di una proposta culturale eterogenea ma legata dal filo portante delle poetiche intermediali. Si ebbe la possibilità di leggere in un solo numero testi di autori quali Stefano Docimo, Paul Zumthor, Eugenio Miccini, Elmerildo Fiore, Raffaele Manica, Tarcisio Tarquini, Franca Zoccoli, Gianni Toti, Franco Cavallo, Mario Lunetta, il grande Adriano Spatola, e molti altri. Artisti che avevano e avrebbero dato molto alla cultura italiana e non solo. Ai citati del primo storico numero v’è da aggiungere quello di Gualberto Alvino, che nel numero seguente illuminò Alatri tutta con un inimmaginabile numero monografico sul narratore palermitano Antonio Pizzuto.
     L’avventura della «Taverna» ebbe vita breve ma intensa, e i suoi effetti si ritrovano anche oggi: basti pensare che Gianni Fontana, i suoi amici della rivista e altri collaboratori sono tra i migliori poeti, scrittori e saggisti della letteratura contemporanea, letti e studiati in tutto il mondo con un successo che va accrescendosi col tempo.

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