Oltre al sonno e alla concentrazione ci sono anche altre cose che non sono state dette a nessuno.
Giornate intere che scompaiono, e brevi attimi che diventano un’eternità.

(Peter Høeg)

lunedì 24 marzo 2014

Fenomeni emergenti


Buio pesto.

«Solitudine ovvero radice quadrata della mia accettazione degli altri.
Mia e basta ego mei mihi me me. Meme.
Tentavo di differenziarmi. L’ho capito.
Sono solo. Io.
Non solitario. Io.
Solitudine è quanto più vicino a dio, qualunque cosa sia dio» tuono, la volta trasecolò  illuminandosi in breve, solcata da saette.
«Niente da fare e pertinacia gioverebbe zero.
Contro il viluppo omogeneo sono solo. Io.
Raziocinarci a che pro se il necessario non ha cervello.
Quanto ho capito!
Sono reo mamma. Per te la laurea lallazione ridondata.
Detenzione/consumo di sapere, fine pena mai.
Ti sei chiuso -dice- sterile a te stante.
Uomo sterile sta a #unacertaidea quanto aspirina scaduta a farmaco salvavita.
Figurarsi un figlio. IL.»


«IL la fa facile.
La fai facile. Tu.
Invento per le vicine.
IL mai visto con LA. IL+altroIL penserebbero altrimenti» tinnirono bronzi in dolby per il rito ore 11. »

«Ecco.
Skrollarmi e alla Kafka essere lombrico [brulicare di lombrichi, loro contorcersi] creatura lungi da oggi.
Umido lombrico in umido humus.
Che molto mi dipinge.
In biblioteca [GoogleHearth zoomata per il dove] a caccia random tra scaffali fu colpo d’occhio.
Solitaria vita del lombrico. Titulus amoenus.
Così ha avuto inizio.
Chimerico opinare il fatto che gruppo di lombrichi [folla aggrovigliata] abiti extra un vasetto per le esche.
La tangenza Solo-Solitario è diaframmatica. Un paio di pixel at max.
Urgeva approfondimento dirimente.
Aut-aut.
O lombrico quindi solitario. O Io quindi solo.
Chissà quale sarà il verso a senso della similitudine. Pensavo.
Poteva anche o lombrico quindi solo o Io quindi solitario.
Solitario è forma di degrado. Degenerazione. Non c’è nettezza. Ho pensato.
Solo è manifesta purezza.
Distacco dal Classico con maiuscola. Recidere tradizione ombelicale, bisturi prego. Sul tavolo autoptico non vale menzogna: l’attualità perenne [del Classico] è problema di conformità. In rima. Problema di parmigiano su ogni piatto di pasta. Viva l’Italia.
La solitaria vita del lombrico sarà tutto men che Classico, altro perché mi ha incuriosito [ad honore degli A(dot) Pizzuto e Zanzotto e prossimi venturi].
Un solitario collauda nessi tra sé e gli altri. Tra Uno e la comunità circo-stante. Metti Fb.
Invece aiuto! Da solo è scappato il leone! Tornò alla vita.
Vita Intelligente. Artificiale. Intelligenza Artificiale AI.
Ecosistemi binari [0;1 e viceversa] chi preda chi fugge. Tutti si riprodurranno a seconda.
Individui intenti a permanenza oltre mezzanotte in solco di schemi logici condivisi [quandanche non –bili]. Perfino alcuni ho riconosciuto proprio miei.
Poi di pomeriggio in data Y incespico in sito curioso. Tratta di uccelli [not gayXXX] in stormi triangolari. Il come fanno a.
Sanno di geometrie?
Quiz banale stuzzica il q.i. [verdi prati cieli azzurri volo di rondini in silente paesaggio d’alta montagna bazzicato da marmotte ed eremita].
Un attimo.
Sì: Archimede di Siracusa allora era un pellicano. Divertente ma pericoloso.
No: freeclimbing a nudo su vetro a specchio fresco di fabbrica.
Uno scienziato USA [ma va’?] ha riprodotto il fenomeno a mezzo algoritmo. Vedo sul Mac uccelloidi in stormo dribblano ostacoli e si ricompongono a triangolo.
Fenomeni emergenti.
Cioè quando l’incontro di molte piccole in-capacità genera una grande capacità [su uno schermo loghi di Twitter, Facebook, LinkedIn, Quora, et cetera si sovrappongono fino ad immagine confusa-caotica-indeterminata].
Anche gli umani saprebbero. Quando sarà meno oscuro il nucleo della voce condividere [to share].
Alcun uccello dunque intuisce altro che evitare di collidere. Adeguando posizione/vicinanza/velocità proprie alle altrui.
Fatica a capire come gli insulsi gabbiani riescano a fare qualcosa che nessuno tra loro sa. D’emblèe  fattibile solo perché volano assieme.
Tre uccelli in formazione in realtà volano in quattro. Il quarto è forma triangolare latente. Presenza astratta in attesa di emersione.
E di più.
Lo stormo è leaderless. Ogni re è suddito. Ogni suddito regnante. Impone cambi di direzione e di altrettanti è succube. Arbitrio libertino. Ma.
Il singolo irretito in trama di relazioni forti [ping back] si limita a contatto con alius [anche con alias nicks o avatar]. La trama mette un freno a mano alla difformità [not normal].
È preciso il profilo del sistema democratico. Cristo!
{Appunto in calce: non attuare il libero arbitrio da considerarsi reato penale}
Il Taglione al contrario. Non faccio a te se tu non fai a me.
Voglio indietro la responsabilità. Io. Mia piena.
Orientare lo stormo intero può definire una dimensione di libertà? Una mossa. Pensavo.
Sarei libero se la mia croce sulla scheda fosse l’ultima in capitolo? Decisiva al risultato democratico in meccanismo bipolare? Pensavo.
No.
Bel vestito ma stretto di spalla e fianco.»


«Che vuoi saperne tu di vestiti?
Di spalle e fianchi poi [ghigna la madre].»


«Freudiano.
Lombrichi+uccelloidi. L’uccello mangia il lombrico.
Ma allora anche l’oroscopo.
Bello il destino cui delegare. Distillato di principio democratico [invecchiato XXI secoli].
Spento il pc sono uscito. Tra la gente che vuole esserci. Partecipare ad altrove via commento [nella vita reale borghese ben vestito].
Differenziazione tramite specificazione di appartenenza et contemporanea sottrazione dall’insieme cui appartenenza riferisce. Operazione n-1 che destruttura il comune per ricavarne il singolare.
Troppo difficile? Avrei detto a chi.
Immagina il tavolo spolverato di stuzzicadenti identici. La mano ne pesca uno a caso [uno per tutti tutti per uno facciamo rete]. Diverso per essere in quella mano. Tale qual è. Alcuna pulsione viene dallo stuzzicadenti. Soggettività derivata dall’appartenenza a una omogeneità.
Non sono previsti spazi di solitudine.
Perciò sono solo. Io.»

«Non sarai mai solo.
Avrai sempre mamma qui vicino.»

«Solitudine per fuggire l’omologazione [la madre ne farebbe questione biologica: come osi rinnegarmi??].
Non essere costretti a volo di stormo.
Individuo è entità. Individualismo un atteggiamento.
Individuo responsabile è soggetto. Il soggetto regge la frase. Giusto?
Non c’è alternativa alla cultura. Al limite sganciata da B52 in quota.»

«Paroloni!
Stupidaggini che riempiono il cervello di chiacchiere!
Pensa a farti una famiglia» tuono, la volta trasecolò illuminandosi again, solcata da saette.


«A proposito. Da quando ho letto sui lombrichi li ho aggiunti [not as friends] alla cerchia dei caduti in guerre.
Un’esplosione lascia a terra un cratere novextre. Che strage subhumum ma chissene.
È pur vero che tagliato a metà un lombrico è buono a rigenerare le parti. Farsi due lombrichi diversi. Difficile facendolo scoppiare.
Passi per la lucertola cui ricresce la coda. Ma tagliato a metà se ne vada ancora in giro come niente. Anzi. Duplichi dando vita ad altro individuo diverso da sé. Oltretutto competitore in #unacertaidea di mercato.
L’umido lombrico detiene primitiva coscienza dell’altro. Diverso da sé. L’ha disponibile a priori. Rispetterà l’altro perché d’improvviso l’altro potrebbe essere se ipse. Carne da carne.
Niente quindi dice più del semplice IO. Volendo.
Il lombrico umido è ermafrodita imperfetto non autosuff. con ambo i genitali ma impedito ad autofecondarsi. Fuck! Curioso. Due si abboccano reciproci necessari, paio di spritz arbitrando a dadi l’indossare pantaloni.
Tra i lombrichi nessuno ha mai detto di parità o quote rosa. Garantito.
Potessero gli umani.
[Highlight: Panico in Confindustria, maggioranza operai femmina, produzione ferma causa maternità].
In fondo convergiamo all’androgino. In vezzo prettamente estetico al momento. Sfilano donnuomini al Pitti. Psichiatri/romanzieri montano fulgidi curricola su conflitti fra generi. Di maschi che odiano le donne.»

«Questa è bella!
IL che parla delle donne!»

«I lombrichi non ciarlano di questo. Nemmeno chattano.
Le rare volte in cui si incontrano [umidi, in cunicoli intersecantisi] il ruolo è inutile.
Spogli d’accessori XY o XX altro non possono che essere sé stessi. Non tali quali sono (dato il tale indeterminato). Un lombrico è sé a monte del suo essere com’è.
Roba complicata. Tanta.
All’opposto per noi [alberi genealogici ramificano all’impazzata] essere come si è finisce per farsi alibi di individualismi esasperati. Di massa.
Di branco.
Il paddock a relazioni ferme/continue manca di solitudine. E-muli si contagiano peer-to-peer downlodando stessi files.
Un lombrico invece non conosce emulazione. No [con enfasi paramistica]. Opta motu proprio la strada. Ne va della sua stessa vita.
Un lombrico solca fango per sfamarsi not for fun.
Il secondo user del tunnel troverà terriccio sterile. Hennè senza principi attivi. Ne morrà.
L’e-mulazione è antitetica alla solitudine [alcuni Alleluia! risuonarono].
Ovvio più comoda ed economica.
Dice bene mamma. Non sarò mai solo. Nessuno.
Neanche a livello di scombinato ammasso cellulare nel ventre di femmina gravida. Già lì immagine 3D [ancora scevra di somiglianze].
C’è foll(i)a per strada, vede? Appare di tanto.
Comunque.
Sarebbe diverso non fossimo mammiferi. Forse. Proteggersi col guscio d’un uovo isolato dal mondo. Non connesso. Al posto di farselo post partum.
I lombrichi schifano la comunità. Inconsapevoli per-formano una rete perfetta. Aperta. Una creative-commons society in cui le info altrui non condizionano.
Anche questo è perché sono solo. Io.
Mai immobile. Due volte nello stesso letto.
Rest in-condizionato. Piuttosto. Io.
Padre.
Non sono qui per confessare delitto d’immobilità. Da infedele ho confessato tutto ex ante.
C’è foll(i)a per strada, vede? Appare di tanto.
Un lombrico. Io.
Capisce Padre?
Sarei un lombrico» rituonò la volta della chiesa. Beretta serie 80.
Il parroco transustanziato nell’urlo di Munch. Afono. Fissava il cadavere.

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