Oltre al sonno e alla concentrazione ci sono anche altre cose che non sono state dette a nessuno.
Giornate intere che scompaiono, e brevi attimi che diventano un’eternità.

(Peter Høeg)

mercoledì 31 marzo 2010

Ora e nell'ora



Si svuotò la casa e il bianco delle pareti
scavò via il cuore e raschiò il cavo
della cassa toracica squassata Allora
Ora e nell'ora di quella morte ancora
Nessun fantasma venne a reclamare
Nessun oggetto si ribellò e fuggì via
I lampadari pendevano stupidamente
I rubinetti esalavano sabbia e silenzio
Nello sguardo dell'uomo il ghiaccio
dell'addio e la folla di spettri sorridenti
Nessun suono vibrò nell'aria Allora
Ora e nell'ora di quella morte ancora
Mutare è abbandonare pensò mentre
dalla finestra la luce si beffava di lui
Ed ebbe il desiderio d'esser nudo
come quella casa quella storia perduta
nudo come all'origine era venuto
leggero e spoglio come se ne andrà
Buttò le chiavi nel pozzo del suo fegato
Non si voltò mentre s'allontanava
Ma sentiva lo sguardo delle mura
il respiro debole della casa tradita
il rimprovero del bisogno di dimenticare
Ora e nell'ora di quella morte ancora
E fu sera e fu mattino Con un volo low cost
tornò ad abitare se stesso Di nuovo Allora
Ora e nell'ora di questa vita ancora
Come un reduce ossessionato sentiva
gli arti fantasma della memoria ingannarlo
col disagio di non sentire più la terra 
Sentì nei baci del ritorno il sapore aspro
la dimessa resa di sentimenti doverosi
sciogliersi sul palato e nel respiro stanco
Fu certo di sparire ma rimase in piedi
Pensò di sorridere ma sospirò Ora disse
Ora e nell'ora di questa vita ancora
Chiudendo la porta l'odore dei corpi
i suoni dell'infanzia la zagara odorosa
risuonarono fuggevolmente Allora Ora
Ebbe il chiaro presagio del presente
vago e inquietante come un foglio bianco


© Francesco Randazzo - 2010



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